Abuso di contratti a termine – Un docente di religione cattolica di Torino, precario da 25 anni, ha ottenuto un risarcimento record di 73.711,44 euro. Questa cifra è stata riconosciuta dal tribunale per la reiterazione abusiva dei contratti a termine, nonostante ci fossero tutte le condizioni per l’immissione in ruolo. Il caso, supportato dal sindacato Anief, evidenzia ancora una volta le criticità del sistema scolastico italiano nella gestione dei contratti a termine.
La sentenza e il contesto normativo: abuso di contratti a termine per un quarto di secolo
Il docente, che ha prestato servizio su cattedre vacanti per un quarto di secolo, ha deciso di ricorrere alla giustizia con il supporto legale di Anief. Il sindacato ha sottolineato al giudice come la reiterazione dei contratti a termine sia in contrasto con la Direttiva UE 1999/70/CE, che prevede l’obbligo per gli Stati membri di stabilizzare i lavoratori precari dopo 36 mesi di servizio.
Il giudice di Torino ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito al massimo del risarcimento previsto dalla recente Legge 166/2024, che introduce un regime sanzionatorio per i casi di abuso di contratti a termine. Il risarcimento riconosciuto corrisponde a 24 mensilità dell’ultima retribuzione, la pena massima prevista dalla normativa.
Le dichiarazioni di Anief e le implicazioni della sentenza
Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, ha commentato il risultato evidenziando la necessità di un adeguamento normativo per garantire la stabilizzazione del personale precario.
“L’Italia deve agire con urgenza per rispettare le direttive europee sulla stabilizzazione dei lavoratori, in particolare nel settore scolastico, dove un insegnante su quattro vive ancora in condizione di precarietà. Questo caso dimostra come il sistema attuale non sia più sostenibile, e il risarcimento ottenuto rappresenta un importante passo verso la giustizia per i docenti penalizzati.”
Pacifico ha inoltre ricordato che l’abuso dei contratti a termine è stato più volte condannato a livello europeo, fino al recente deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea per l’eccessivo ricorso alle supplenze annuali. Secondo l’Anief, la normativa attuale consente ai lavoratori di ottenere risarcimenti significativi, fino a 24 mensilità, attraverso azioni legali mirate.
Un caso emblematico per il futuro del precariato scolastico
L’avvocato Giovanni Rinaldi, che ha rappresentato il docente, ha sottolineato che il tribunale di Torino ha applicato con rigore la Legge 166/2024.
“La sentenza rappresenta un’importante vittoria per il nostro assistito e per tutti i docenti precari che, nonostante anni di servizio, continuano a essere esclusi dai ruoli di ruolo. Questo risarcimento non è solo una vittoria individuale, ma un segnale forte per il sistema scolastico italiano.”
Secondo l’Anief, sono sempre più numerosi i docenti precari che si rivolgono alla giustizia per ottenere un risarcimento per la mancata stabilizzazione. Questo caso, in particolare, mette in evidenza la necessità di riformare il sistema di reclutamento e gestione del personale scolastico per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.
Le sentenze dei Tribunali e la lotta contro il ‘precariato scolastico’
Il risarcimento ottenuto dal docente di religione di Torino rappresenta un precedente importante nella lotta contro il precariato scolastico e l’abuso dei contratti a termine. La sentenza ribadisce l’urgenza di un adeguamento normativo per garantire la stabilizzazione dei lavoratori precari e allinearsi alle direttive europee. Il caso dimostra inoltre come il ricorso alla giustizia, supportato da sindacati come l’Anief, possa portare a risultati concreti per i lavoratori che subiscono ingiustizie sul piano contrattuale.
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