La sentenza si inserisce nel contesto delle modifiche introdotte dal Decreto Legge 131/2024, che ha aggiornato il sistema di risarcimento per abusi nei contratti a termine nel settore pubblico. Il nuovo art. 36, comma 5, del d.lgs. 165/2001 prevede che:
Nel caso in questione, il risarcimento è stato fissato a 16 mensilità, tenendo conto dei ventidue anni di servizio della docente e della gravità delle violazioni. Questa cifra rappresenta un avanzamento rispetto al precedente limite massimo di 12 mensilità, rendendo la misura più incisiva per scoraggiare abusi.
Il giudice ha basato la sua decisione su diversi criteri fondamentali:
L’importo finale di 41.114,72 euro è stato determinato considerando sia il danno subito dalla docente sia l’intento di prevenire abusi simili in futuro.
La sentenza rappresenta un precedente importante per i lavoratori precari, soprattutto nel settore scolastico. Il caso evidenzia il problema strutturale della gestione dei contratti a termine e la necessità di politiche di reclutamento più trasparenti e regolari. Con il Decreto Legge 131/2024, il legislatore intende adeguare il sistema italiano alle direttive europee, garantendo indennizzi proporzionati e dissuasivi. Tuttavia, la mancata applicazione tempestiva delle norme rischia di alimentare ulteriori contenziosi, evidenziando l’urgenza di riforme più incisive nel settore pubblico.