Nel caso specifico, il Tribunale ha riconosciuto all’insegnante il diritto a una mensilità per ogni anno di abusiva reiterazione, calcolando il risarcimento complessivo in 18 mensilità, per un importo totale di 52.893,72 euro, considerando che l’ultima retribuzione mensile di riferimento era pari a 2.938,54 euro.
La sentenza rappresenta una prima applicazione della normativa modificata dall’art. 36, comma 5, del D.lgs. 165/2001, introdotta per adeguarsi alle normative comunitarie e contrastare l’abuso dei contratti a termine nelle pubbliche amministrazioni.
Questo provvedimento apre la strada a risarcimenti di rilievo per migliaia di insegnanti che, come nel caso del ricorrente, hanno subito l’abusiva reiterazione di incarichi a tempo determinato per lunghi periodi.
Questa decisione si inserisce in un contesto giuridico di crescente attenzione alla tutela dei lavoratori del settore pubblico, offrendo loro nuove possibilità di ottenere risarcimenti consistenti.
La sentenza del Tribunale di Cuneo segna un importante passo avanti per il riconoscimento dei diritti degli insegnanti e degli altri lavoratori della pubblica amministrazione vittime di contratti a termine ripetuti. Grazie alla nuova normativa, le pubbliche amministrazioni sono ora chiamate a risarcire i lavoratori per l’abuso di tali contratti, aprendo la porta a una serie di richieste di risarcimento potenzialmente elevate.