La ministra ha annunciato la creazione di una commissione consultiva per definire i decreti delegati necessari a regolamentare il nuovo sistema. L’obiettivo è garantire l’avvio del semestre-filtro già dal 2025-2026.
Se da un lato la maggioranza ha accolto positivamente la riforma, dall’altro l’opposizione esprime forti perplessità. Gli esponenti del Partito Democratico sostengono che la riforma “non elimina il numero chiuso”, definendola poco chiara e potenzialmente fuorviante. Il Movimento 5 Stelle ha bollato il testo come “demagogico”, sollevando dubbi sull’efficacia del provvedimento.
Nonostante le critiche, il nuovo modello rappresenta un cambiamento significativo nel panorama accademico italiano, proponendo una soluzione originale e mirata ai problemi strutturali del sistema sanitario.
Parallelamente, la ministra Bernini ha affrontato un dibattito acceso su temi universitari legati a corsi e laboratori di teorie di genere. Rispondendo al question time alla Camera, ha assicurato che il ministero sta monitorando la situazione e collaborando con i rettori per verificare eventuali irregolarità. Tuttavia, ha difeso l’autonomia universitaria e la libertà di insegnamento sancite dalla Costituzione.
L’abolizione dei test di Medicina segna un cambiamento epocale per l’accesso a una delle facoltà più ambite in Italia. La sfida sarà implementare il nuovo sistema in modo efficace, evitando di creare nuove criticità e rispondendo alle esigenze del sistema sanitario nazionale. Nel frattempo, il dibattito politico rimane acceso, a testimonianza della complessità e della centralità della questione.