Non c’è più tempo da perdere a proposito della regolamentazione della DaD anche attraverso la rimodulazione del CCNI, del suo quadro normativo oltre che contrattuale. La pensano così quasi tutti i sindacati della scuola e prima di tutti gli insegnanti che di questo comparto ne fanno parte. Da marzo in avanti, grazie alla DaD la scuola ha potuto creare un ‘ponte’ con le famiglie e gli studenti; nella stessa misura i docenti hanno continuato a svolgere egregiamente il proprio lavoro con solerzia e abnegazione, ma adesso sulla questione dovrebbe farsi un po’ di chiarezza e soprattutto ordine, in quanto il rischio concreto di un ritorno del lockdown a settembre, per mezzo dell’emergenza Covid-19, è altissimo. Già adesso il trend del quadro epidemiologico lascia intendere il peggio. Chissà in autunno cosa accadrà.
La Didattica Digitale Integrata diventa complementare alla didattica tradizionale: molti docenti potrebbero rifiutarsi e ‘marinare’ la DaD
La questione non è assolutamente marginale in quanto dietro l’angolo, per il Ministero dell’Istruzione, potrebbero nascondersi delle insidie e delle grane davvero molteplici: prima di tutto quella dell’astensione da parte di molti insegnanti all’uso della DaD perché non gradita. Un eventuale ritorno in lockdown significherebbe mettersi nuovamente a lavoro con la didattica a distanza. Insomma, la sensazione non sarà delle migliori e tutto potrebbe paragonarsi ad un vero e proprio tsunami. La seconda questione, invece, riguarda la questione legata ai compensi dei docenti. Questi ultimi infatti pretenderebbero un aumento dei loro stipendi in quanto – a loro dire – con la DaD aumenterebbero di fatto anche le loro mansioni e le loro prestazioni in termini di ore di lavoro.
Su questo versante tutti gli interventi normativi finora ‘sfornati’ dal governo hanno un punto in comune: il ricorso a questa modalità è legata indissolubilmente all’emergenza Covid-19. Di fatto, l’adozione di questo metodo didattico, con tutti gli strumenti multimediali ad essa collegata, ha avuto come ‘motore propulsore’ la contingenza della situazione emergenziale. A sancire tutto questo l’articolo 2, comma 3 della Legge n.41/2020. Non solo, ma al comma 3 ter del medesimo dispositivo normativo si prevede che nel caso in cui dovesse perdurare lo stato di emergenza Covid-19, “le modalità di adempimento per i docenti dovranno essere regolati mediante apposito accordo contrattuale integrativo stipulato con i sindacati”. Il testo normativo inoltre precisa che “l’accordo non stabilisce nuovi oneri, cioè non necessita di stanziamenti aggiuntivi”.
In poche parole, nessun compenso accessorio o nessun aumento contrattuale sarà previsto per il personale coinvolto nella DaD. A voi dunque le conclusioni!
DaD: Revisione del CCNI, ma nessun cenno all’aumento di stipendio per le nuove mansioni
La stessa ministra Azzolina in quasi tutti i suoi interventi ha sottolineato come sia necessario regolamentare la formazione a distanza, facendola diventare complementare alla didattica tradizionale e non sostitutiva a quest’ultima, così come è accaduto nell’ultima parte dell’anno scolastico che sta terminando.
Dopo queste premesse, ci si chiede dunque se davvero il Ministero intenderà rivedere e aggiornare il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo, anche e soprattutto dal punto di vista economico mediante la revisione (in positivo) dei compensi stipendiali degli insegnanti.
Segui i canali social di Scuolalink.it
- News e aggiornamenti in tempo reale: Google News, WhatsApp, Telegram e Instagram
- Segui la Pagina Facebook di Scuolalink.it
- Iscriviti sul Gruppo Facebook Scuolalink.it PERSONALE ATA
- Iscriviti sul Gruppo Facebook NoiPA, news e info sui servizi del personale della Pubblica Amministrazione
© Copyright Scuolalink.it - Riproduzione Riservata