Dopo i contagi di queste ore in Veneto il ministro della salute Roberto Speranza alza l’asticella dei controlli contro la propagazione del Coronavirus, soprattutto a scuola. Lo stesso ministro in queste ore sta verificando il quadro normativo riguardante la procedura di TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) per quei pazienti che dovessero rifiutare le cure, nel rispetto delle procedure di quarantena. Il caso dell’imprenditore in Veneto sta destando parecchia preoccupazione soprattutto per evitare eventuali casi di emulazione.
Scuola e salute, il ministro Speranza parla di “monitoraggio costante con test sierologici all’intera popolazione scolastica”
Si sta iniziando a pensare a come arginare alcuni comportamenti di poco buon senso. Allo studio del ministro Speranza pare si stia pensando ad una norma che renda ancora più stringente le misure a favore della tutela contro il contagio da Covid-19.
Durante un’intervista rilasciata a Repubblica il titolare del dicastero della salute parla anche dei controlli sulla salute dei lavoratori della scuola e di una ipotetica stretta – allo studio del suo ministero – sui lavoratori che si rifiuteranno di farsi curare.
Sulla scuola Speranza così precisa: “Ci saranno test sierologici sui lavoratori, molecolari sulla popolazione scolastica. Sarà un monitoraggio costante”.
Addirittura, Speranza si spinge oltre e si sofferma su alcuni aspetti che hanno riguardato negli anni passati il rapporto sinergico tra la medicina/salute e la scuola sin dagli anni ’60 e che ormai purtroppo è andata in disuso nell’ultimo trentennio. Ecco cosa dichiara in tal senso: “Ricostruire un rapporto organico tra scuola e sanità, recuperando il senso di una norma del 1961 che introduceva la medicina scolastica, superata negli anni ’90”.
Il ministro ovviamente si riferisce ai controlli medici che venivano effettuati puntualmente nelle scuole italiane, in ogni ordine e grado, andati dismessi negli anni ’90. “Una relazione organica costante della prevenzione sanitaria con le scuole”. Insomma, Speranza ripropone alle Regioni (in quanto responsabili del sistema sanitario regionale) di ripristinare questo modello con la costituzione di un equipe medica ad hoc per il monitoraggio costante della popolazione scolastica dell’intero Paese, attraverso i test sierologici su tutta la popolazione scolastica.
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