Il Giudice del lavoro ha valutato per intero nella ricostruzione di carriera di una lavoratrice della scuola il suo servizio da supplente. La notizia è davvero clamorosa. Ma vediamo di cosa si tratta.
Ricostruzione di carriera: riconosciuto per intero il servizio pre-ruolo ad un’assistente amministrativa. “Il suo stipendio sarà adeguato all’effettiva anzianità di servizio”
La clamorosa sentenza è stata emessa del Giudice del Lavoro di Larino (CB). La notizia, invece, è stata resa nota oggi dal sindacato Anief ed arriva come un fulmine a ciel sereno; molti lavoratori infatti potrebbero prenderla a riferimento per altri eventuali ricorsi sulla medesima tematica.
Il giudice del Lavoro ha dato ragione ad una assistente amministrativa a proposito della sua ricostruzione di carriera. Il servizio che la stessa vantava nella mansione di collaboratrice scolastica (10 anni) sarebbe dovuto partire non dalla data di immissione in ruolo ma dal primo giorno in cui la stessa ha iniziato a lavorare come supplente precaria.
La caparbia lavoratrice nel suo ricorso, si opponeva al computo totale del servizio pre – ruolo validato dal Dirigente Scolastico attraverso l’emanazione del decreto di ricostruzione di carriera. In quel decreto mancavano infatti 10 anni di servizio svolto in qualità di collaboratrice scolastica precaria.
La sua ferma volontà di opporsi a quel decreto ha fatto si che il Giudice del Lavoro di Larino le desse finalmente ragione, confermando per intero le richieste avanzate della lavoratrice.
Per il Miur dunque è una durissima sconfitta. Questa situazione – si legge sulle pagine del sito istituzionale del sindacato Anief – comporta una palese discriminazione, perché “in violazione della normativa comunitaria”, e non trattandosi di una mancanza banale ciò ha comportato una motivazione più che sufficiente per condannare “l’amministrazione a tutte le differenze retributive non corrisposte in virtù della mancata contemplazione dell’anzianità a partire dall’anno 2003”.
Deve valere sempre il principio dell’equiparazione tra il servizio precario e quello di ruolo
Il primo a gioire a questa clamorosa notizia è stato Marcello Pacifico, presidente Anief. Lo stesso sindacalista dichiara: “Lo Stato si sta ‘incartando’ da solo, perché fino a quando non contemplerà il principio di totale equiparazione del servizio precario con quello di ruolo, noi continueremo a ricorrere in tribunale ed essendo la giurisprudenza europea chiarissima su questo punto, diventerà sempre più probabile l’accoglimento dei ricorsi e la condanna dell’amministrazione”.
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