Concorsi insegnanti – Molti lettori ci scrivono ogni giorno per conoscere i percorsi da intraprendere per diventare insegnanti o comunque per inserirsi nel mondo della scuola partendo ‘da zero’. In effetti, in tal senso la Buona Scuola aveva tracciato una strada ben precisa sin dalla sua approvazione nel luglio del 2015 con l’indizione dei concorsi.
I Concorsi restano l’unico modo per diventare insegnante, parola di governo. Intanto, ci si chiede che fine hanno fatto i Bandi già previsti
Secondo il PD di Matteo Renzi, il merito avrebbe dovuto essere il caposaldo per le nuove generazione di insegnanti. I concorsi avrebbero dovuto garantire questo principio e prevalere su tutto il resto (Corsi abilitanti, PAS, TFA e quant’altro).
Ancora oggi però siamo qui a porci alcuni interrogativi a proposito di questo argomento: che fine hanno fatto i concorsi per gli insegnanti previsti dal DM n.59 del 13/42017?
Ecco, appunto. Che fine hanno fatto i Concorsi per i docenti, quelli istituiti con l’entrata in vigore della nuova riforma scolastica, ovvero con la Legge 107/15?
L’ultimo esponente del PD che parlò di Concorsi per insegnanti fu l’ex ministra Valeria Fedeli. In particolare, i bandi concorsuali previsti per questo personale della scuola, sarebbero dovuti essere due: quelli per gli insegnanti con tre anni di servizio e quelli per gli aspiranti docenti solo in possesso dei famosi 24 CFU.
A cosa sono serviti finora i corsi a pagamento per l’ottenimento dei CFP?
Una vera e propria corsa al business di questi anni per l’ottenimento dei crediti formativi sulle discipline antropo – psico – pedagogiche, in metodologie e tecnologie didattiche, proprio perché ritenute necessarie alla partecipazione ai bandi e poi nessun’altra notizia. Tutto fermo, insomma, con un nulla di concreto.
Eppure, molte persone hanno speso migliaia e migliaia di euro per regolarizzare la loro posizione in vista di un imminente concorso che purtroppo ancora tarda ad arrivare.
Dopo le elezioni del 4 marzo e dopo la costituzione del nuovo governo giallo verde, nessuna risposta ufficiale da parte dei nuovi ministri è giunta su questo argomento. Intanto, ieri, si viene a conoscenza che un altro concorso sarà presto indetto, aggiungendosi ai primi due. Il nuovo concorso questa volta sarà dedicato ai futuri insegnanti (con tanti anni di insegnamento alle spalle) in possesso del diploma magistrale ante 2001/2002 e ai laureati SFP.
In definitiva, i concorsi per stabilizzare la nuova generazione di insegnanti saranno tre. Questo potrebbe andare bene, ma la preoccupazione maggiore è rappresentata dall’incognita tempo: ci si chiede, infatti, quando saranno emanati questi bandi?
Alcune modifiche sostanziali ai futuri bandi di reclutamento degli insegnanti
Da un lato quindi vi era la volontà di velocizzare la pubblicazione dei bandi da parte di chi aveva preceduto al Dicastero di Viale Trastevere Bussetti. Oggi però lo stesso ministro farebbe intravvedere l’introduzione di alcune sostanziali modifiche ai bandi di reclutamento precedenti.
Questa situazione diviene ancor più grottesca allorquando l’attuale Ministro alla Pubblica Istruzione, proprio ieri, dichiara senza fronzoli che i nuovi Bandi saranno indetti nelle regioni in cui saranno disponibili effettivamente posti liberi. Non solo, ma sarà previsto anche – precisa Bussetti – un vincolo di permanenza di almeno tre anni nella regione in cui si verrà assunti.
Ecco le sue dichiarazioni: «Significa che prima di fissare le prove spiegheremo a tutti i candidati quanti posti sono disponibili in una regione e su quali discipline. Devono essere consapevoli prima di partecipare».
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