sabato, 26 Ottobre 2024
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NoiPA Giugno 2018, aumenti nel cedolino? Priorità rinnovo contratto  

Che cifre ci saranno all’interno del prossimo cedolino NoiPA 6/2018? In attesa di conoscere l’importo ‘maggiorato’ che quasi tutti i docenti troveranno nel prossimo cedolino di giugno, molti insegnanti già chiedono al novo governo il rinnovo del contratto, in scadenza il prossimo 31 dicembre.

Da più di una settimana tutti i lavoratori del comparto scuola hanno ricevuto sui propri conti correnti gli stipendi e gli arretrati loro spettanti. Qualche mugugno e poca contentezza hanno contribuito ad arricchire le discussioni tra i lavoratori della scuola. La maggior parte di questi hanno ritenuto esigua la somma aggiuntiva ricevuta a partire dal 28 maggio scorso. In generale, quasi tutti hanno trovato assolutamente esigua la quantità di denaro derivante dal rinnovo contrattuale tanto sbandierato dal governo uscente.

Molta curiosità sull’importo del prossimo cedolino NoiPA di giugno 2018. 

L’interrogativo principale per quasi tutti i lavoratori della scuola (docenti e ATA) rimane quello di sapere quale sia l’importo presente nel prospetto stipendiale di giugno. Precisando che ancora non si è a conoscenza di nessuna comunicazione ufficiale da parte di NoiPA, possiamo solo dire che con molta probabilità il prossimo 23 giugno (sabato), infatti, ai docenti saranno accreditati sui loro conti bancari i nuovi stipendi. Di certo si troveranno degli aumenti al netto delle ritenute, ma ancora non è dato sapere a quanto ammonteranno. Per scoprirlo bisognerà attendere, così come avviene di consueto, il prossimo 15 giugno (venerdì).

L’elemento perequativo: cos’è e a chi spetta?

Come in molti non sanno (perché la notizia è passata in sordina) nel nuovo contratto sull’istruzione e ricerca è presente una assoluta novità occulta. Ma vediamo di che si tratta.

Al fine di tenere alti gli aumenti lordi mensili (cioè sopra gli 85 euro medi), così come concordato con i sindacati lo scorso novembre 2016, il nuovo CCNL 2016/18 prevede, appunto, che nei cedolini di quei lavoratori che possiedono gli stipendi più bassi sia presente il cosiddetto ‘elemento perequativo’. Per i docenti, questo valore rientra nel range tra i 3 e i 19 euro (un’elemosina).

Intanto, il personale della scuola chiede al nuovo governo il rinnovo del contratto, in scadenza il 31 dicembre 2018. 

Questa voce presente oggi sulla busta paga di tutti i lavoratori, purtroppo, se non verrà rinnovato il contratto entro il 31 dicembre, scomparirà definitivamente. Insomma, diventa quindi indispensabile per tutti procedere nel più tempo breve possibile al rinnovo contrattuale. Se questo non dovesse avvenire, allora dal prossimo 1 gennaio 2019 tutti gli stipendi ritorneranno ad essere più bassi di quelli attuali. Oltre al danno anche una beffa.

Questa situazione è ampiamente illustrata (quasi profeticamente) su un articolo pubblicato qualche giorno fa su ‘La Tecnica della Scuola’ a firma di Andrea Carlino. In quel pezzo si legge: «Il taglio sarà tanto più consistente quanto più basso è lo stipendio, e si andrà quindi da una manciata di euro (3-4) per i docenti con una anzianità media fino ai 29 euro di decurtazione per gli Ata con meno di 10 anni di anzianità».

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