La riforma del test d’ingresso in Medicina si avvicina al traguardo finale. Dopo il via libera del 17 febbraio scorso, la Camera si prepara a votare definitivamente l’eliminazione del tradizionale test d’accesso, sostituendolo con un primo semestre aperto a tutti.
Riforma del test d’ingresso in Medicina: le nuove regole al via dal prossimo anno accademico
A partire dall’anno accademico 2025/26, la selezione verrà spostata all’inizio del secondo semestre, basandosi sui crediti ottenuti dagli studenti. Questo rappresenta un cambiamento epocale rispetto al sistema attuale, che nel 2024/25 aveva reintrodotto la prova scritta nazionale, dopo l’esperimento dei Tolc online, rivelatisi controversi. La novità principale è che gli aspiranti medici potranno iscriversi liberamente al primo semestre, per poi affrontare una selezione basata sul rendimento accademico.
Approvazione del disegno di legge delega: il calendario
Il disegno di legge delega è ormai alla fase finale. Oggi, la Camera avvia la discussione generale in aula, mentre il via libera definitivo è previsto per giovedì 6 marzo. Il testo, già approvato dal Senato lo scorso 27 novembre, non ha subito modifiche e si compone di tre articoli:
- Articolo 1: regola l’accesso programmato ai corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria.
- Articolo 2: stabilisce i criteri per i decreti delegati, inclusa l’iscrizione aperta al primo semestre e la selezione per il secondo semestre basata su una graduatoria nazionale.
- Articolo 3: assegna al Governo la revisione della legge 264/1999, che disciplina il numero chiuso.
Un aspetto chiave della riforma è il tentativo di allineare il numero di posti disponibili tra il primo anno e le successive specializzazioni mediche, superando così il cosiddetto “imbuto formativo”.
I punti fermi della riforma sui test d’ingresso in Medicina
La Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha dichiarato di voler accelerare il processo, affinché la riforma entri in vigore già nel prossimo anno accademico. I decreti attuativi dovranno ottenere l’approvazione del Consiglio dei Ministri e delle commissioni parlamentari prima del varo definitivo.
Tra le novità più rilevanti:
- Gli studenti potranno ripetere il primo semestre se non riusciranno a superare gli esami o a ottenere un punteggio sufficiente nella graduatoria nazionale.
- Al momento della domanda, gli studenti dovranno indicare un elenco di preferenze per proseguire il secondo semestre in altre sedi universitarie, nel caso in cui non vengano ammessi alla loro prima scelta.
- In caso di mancata ammissione, potranno essere inseriti in corsi di laurea affini, come Farmacia o Biotecnologie, garantendo un “paracadute” accademico.
Restano ancora gli ultimi nodi da sciogliere
Nonostante l’avanzamento della riforma, restano alcuni aspetti da definire. Le nuove regole non si applicheranno agli atenei privati e ai corsi di Medicina in lingua inglese, che manterranno i loro test d’ingresso.
Resta da chiarire quali saranno le materie da superare nel primo semestre, con Biologia, Chimica e Fisica tra le più probabili. Inoltre, si discute ancora sulle modalità di valutazione: se attraverso esami scritti e orali o tramite un nuovo quiz selettivo. Quest’ultima ipotesi appare sempre meno probabile, per evitare di riproporre il modello di selezione abolito.
L’obiettivo finale è creare un sistema più equo e trasparente, garantendo a tutti gli studenti una possibilità concreta di accedere a Medicina senza il tradizionale filtro iniziale. L’approvazione definitiva della riforma segnerà una svolta storica per la formazione medica in Italia.
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