L’Università La Sapienza di Roma vanta la più grande Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione d’Europa, con oltre 12.000 studenti. Un luogo in cui formazione accademica, ricerca e dibattito pubblico si intrecciano per preparare le nuove generazioni ad affrontare le sfide della contemporaneità. In occasione del centenario dalla fondazione, il preside Pierpaolo D’Urso ripercorre la storia della Facoltà e ne evidenzia i punti di forza: una governance inclusiva, l’interdisciplinarietà e un forte legame con la società. Ma anche le sfide del presente, come il ruolo della democrazia in un mondo sempre più complesso e il futuro della formazione accademica nell’era della digitalizzazione.
Una governance inclusiva per una comunità in crescita
Gestire una realtà accademica così vasta e dinamica è una sfida quotidiana. Il preside D’Urso sottolinea come la chiave per affrontarla sia un’organizzazione solida, con dipartimenti che lavorano in sinergia. L’obiettivo è garantire un ambiente stimolante e inclusivo, dove il sapere si costruisce attraverso il confronto e la ricerca, non solo con una trasmissione verticale delle conoscenze.
Per favorire la partecipazione attiva di studenti e docenti, la Facoltà promuove progetti interdisciplinari, collaborazioni internazionali e iniziative che rafforzano il legame con il mondo del lavoro e delle istituzioni.
La memoria degli studenti illustri e dei “martiri della Repubblica”
La Facoltà di Scienze Politiche ha formato numerosi protagonisti della vita politica italiana, tra cui Aldo Moro, Giuliano Amato, Vittorio Bachelet e Paolo Gentiloni. Alcuni di loro, come Moro, Bachelet e Massimo D’Antona, sono stati vittime del terrorismo per il loro impegno nelle istituzioni.
Preservare la loro memoria significa non solo onorare il loro sacrificio, ma trasmetterne l’insegnamento alle nuove generazioni. La Facoltà organizza convegni, giornate della memoria e incontri di approfondimento, mantenendo vivo il dibattito sui valori democratici e istituzionali.
La democrazia tra crisi e necessità di rinnovamento
In un contesto globale caratterizzato dalla sfiducia nelle istituzioni e dalla diffusione di regimi autoritari, il futuro della democrazia appare incerto. Secondo il preside D’Urso, la democrazia viene spesso criticata per la sua “lentezza“, ma proprio questo aspetto garantisce pluralismo e tutela delle minoranze. La sfida è innovare i modelli democratici senza tradirne i principi fondamentali.
Per affrontare questo tema cruciale, la Facoltà organizzerà il 12 e 13 giugno il convegno “Democrazia, Autorità, Processi Globali” in occasione del centenario, con l’obiettivo di stimolare una riflessione critica e proporre nuovi paradigmi di governance.
I tre punti di forza della Facoltà di Scienze Politiche dopo 100 anni
Dopo un secolo di storia, la Facoltà di Scienze Politiche si distingue per tre caratteristiche fondamentali:
- Multidisciplinarietà: integra discipline come diritto, economia, scienza politica, sociologia, storia e comunicazione per offrire una formazione completa e adattabile alle sfide globali.
- Innovazione: introduce percorsi avanzati in statistica, data science e comunicazione digitale, rispondendo all’impatto delle nuove tecnologie sulla politica e la società.
- Centralità nel dibattito pubblico: rappresenta un ponte tra accademia, istituzioni e società, contribuendo allo studio delle trasformazioni democratiche e sociali.
Oggi come 100 anni fa, la missione della Facoltà è quella di formare cittadini consapevoli, leader e studiosi capaci di comprendere e migliorare il mondo che li circonda.
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