L’INPS ha chiarito i nuovi criteri per il riconoscimento delle dimissioni di fatto e l’esonero dal pagamento del ticket licenziamento, in seguito all’entrata in vigore della legge n. 203/2024. Dal 12 gennaio 2025, i datori di lavoro non dovranno più versare il contributo per l’interruzione di un contratto a tempo indeterminato nei casi di assenza ingiustificata prolungata del dipendente.
Dimissioni di fatto: cosa cambia per lavoratori e aziende
Le modifiche introdotte dall’articolo 19 della legge n. 203/2024 mirano a contrastare il fenomeno dei cosiddetti “furbetti della Naspi”. In passato, i lavoratori che si assentavano ingiustificatamente per oltre 15 giorni costringevano il datore di lavoro a un licenziamento disciplinare, ottenendo così l’accesso alla Naspi. Con le nuove disposizioni, l’assenza prolungata comporta l’immediata cessazione del rapporto di lavoro per volontà del dipendente, eliminando il diritto alla disoccupazione e l’obbligo per l’azienda di versare il ticket licenziamento.
Obblighi del datore di lavoro e procedura di segnalazione Naspi
Dal 12 gennaio 2025, il datore di lavoro non dovrà più avviare la procedura di licenziamento disciplinare in caso di dimissioni di fatto. Sarà sufficiente segnalare l’assenza all’Ispettorato del lavoro territorialmente competente, che potrà verificare la veridicità della comunicazione. Questo snellisce le procedure burocratiche e tutela le aziende da costi aggiuntivi legati a comportamenti scorretti dei lavoratori.
Cause di forza maggiore e tutela dei lavoratori
I lavoratori potranno opporsi alla cessazione automatica del rapporto dimostrando l’impossibilità di comunicare l’assenza per cause di forza maggiore, come un ricovero ospedaliero, o per responsabilità del datore di lavoro. In questi casi, l’Ispettorato del Lavoro potrà dichiarare inefficace la risoluzione e ripristinare il contratto. Tuttavia, l’onere della prova spetterà esclusivamente al lavoratore.
Effetti delle nuove disposizioni
Le modifiche normative generano due conseguenze principali. Da un lato, il lavoratore che si dimette di fatto perde il diritto alla Naspi, poiché il suo caso non rientra nella cessazione involontaria del rapporto di lavoro. Dall’altro, il datore di lavoro non sarà più tenuto a versare il ticket licenziamento, evitando un onere economico ingiustificato. Con questa riforma, il legislatore intende tutelare il sistema di previdenza sociale e garantire una maggiore equità nel trattamento dei lavoratori e delle aziende.
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