Il governo accelera sulla revisione degli organi collegiali scolastici, introducendo un disegno di legge delega sulla semplificazione che potrebbe stravolgere gli equilibri della scuola italiana. Il provvedimento mira a ridefinire il rapporto tra dirigenti scolastici e organi collegiali, aumentando poteri e competenze dei primi. L’assenza di un confronto con le parti coinvolte ha sollevato forti critiche, in particolare da parte dei sindacati e delle associazioni studentesche, preoccupati per il rischio di indebolire la democrazia scolastica.
Sindacati e studenti in difesa della partecipazione democratica
Per discutere dell’impatto della riforma, FLC CGIL e Proteo Fare Sapere hanno organizzato un convegno nazionale dal titolo emblematico: “Organi Collegiali di scuola: democrazia, partecipazione, professionalità, autonomia scolastica”. Durante l’evento, i rappresentanti di FLC CGIL, Movimento Cooperazione Educativa, Rete Studenti Medi e Unione degli Studenti hanno denunciato il rischio di una svolta autoritaria nel sistema scolastico. Secondo Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, la revisione degli organi collegiali sembra favorire il modello monocratico della dirigenza scolastica a scapito della gestione collegiale, elemento essenziale della partecipazione democratica nella scuola.
La dichiarazione di intenti contro la riforma
Al termine del convegno, diverse realtà associative, tra cui Aimc, Cidi, RdS, UdS e Coordinamento Genitori Democratici, hanno firmato una dichiarazione di intenti per contrastare l’attuale direzione della riforma. Il documento difende i principi costituzionali di libertà di insegnamento e diritto all’istruzione, sottolineando la necessità di un coinvolgimento attivo di tutti i soggetti scolastici nelle decisioni. Il testo propone una scuola fondata sulla partecipazione collegiale, con una dirigenza scolastica non aziendalistica, una docenza libera da burocrazia e un personale ATA integrato nel percorso educativo.
Il futuro della scuola passa dal confronto
I firmatari della dichiarazione avvertono che qualsiasi riforma della scuola imposta senza il coinvolgimento della comunità scolastica è destinata a fallire. Il sistema educativo non può trasformarsi in una struttura gerarchica e burocratizzata, ma deve mantenere la sua vocazione democratica e partecipativa. Sindacati e associazioni chiedono quindi un dialogo aperto per garantire che la riforma degli organi collegiali non diventi un passo indietro per la scuola italiana.
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