In attesa del rinnovo del contratto scuola, previsto nei prossimi mesi, sindacati e istituzioni scolastiche lavorano a una strategia per migliorare le retribuzioni del personale docente. La proposta punta a dimezzare i tempi degli scatti stipendiali, garantendo una progressione di carriera più rapida e senza impatti significativi sulle casse dello Stato.
Scatti stipendiali: la proposta di Anief
Attualmente, il sistema prevede un aumento salariale ogni 8 anni, ma Anief sta promuovendo un cambiamento che potrebbe portare benefici sia agli insegnanti che alle finanze pubbliche. L’idea consiste nel ridurre la tempistica a 4 anni, permettendo ai docenti di ottenere incrementi retributivi con maggiore frequenza, senza pesare eccessivamente sul bilancio statale.
Questa iniziativa nasce dal fatto che la carriera del personale scolastico dipende quasi esclusivamente dallo stipendio tabellare, il quale è strettamente legato alla progressione per anzianità. Con il contratto 2016/18, le modifiche introdotte hanno peggiorato il sistema, rallentando ulteriormente la crescita degli stipendi.
Attesa fino a 9 anni per il primo aumento
Le regole attuali penalizzano i neoassunti, che devono aspettare fino a 9 anni per ricevere il primo scatto salariale. Inoltre, la ricostruzione di carriera risulta complicata, poiché solo dopo il quarto anno di servizio si ottiene un riconoscimento parziale del preruolo, con un terzo del periodo congelato per quasi vent’anni.
Prima dell’attuale normativa, la progressione stipendiale avveniva nei primi 3-8 anni, rendendo il sistema più equo. La revisione delle tabelle retributive e la riduzione degli scatti stipendiali a 4 anni, o addirittura a 3 anni, permetterebbe di adeguare i salari al costo della vita, offrendo maggiore stabilità economica agli insegnanti.
Prossimi passi verso l’Aran
L’obiettivo dei sindacati è portare questa proposta all’attenzione dell’Aran, l’agenzia che gestisce la contrattazione pubblica. Se approvata, la modifica potrebbe rappresentare una svolta per il personale scolastico, garantendo aumenti più frequenti e un miglioramento delle condizioni economiche senza gravare sullo Stato.
L’evoluzione della trattativa verrà seguita con attenzione nei prossimi mesi, con l’auspicio che il nuovo contratto scuola possa finalmente introdurre un sistema retributivo più equo ed efficace.
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