Sommario
L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha recentemente sanzionato una dirigente scolastica con una multa di 5.000 euro. Il motivo è perché ha attuato pratiche discriminatorie nei confronti di un dipendente che aveva segnalato irregolarità all’interno della scuola. Il caso, che ha coinvolto un direttore dei servizi generali e amministrativi, ha sollevato dubbi sulla violazione delle normative sul “whistleblowing” e sulla tutela dei dipendenti che denunciano atti illeciti.
Il caso di ritorsione: la segnalazione che ha scatenato il conflitto
Il dipendente, un direttore dei servizi generali e amministrativi, aveva fatto una segnalazione al responsabile anticorruzione della scuola, denunciando presunti illeciti. Pochi giorni dopo, ha lamentato di essere stato vittima di ritorsioni da parte della dirigente scolastica, la quale, secondo quanto emerso durante le indagini, lo aveva escluso arbitrariamente da una nomina che avrebbe dovuto spettargli.
In particolare, la dirigente aveva conferito l’incarico di direttore amministrativo per l’anno scolastico successivo a un’altra persona, escludendo il dipendente segnalante. Secondo la ricostruzione dell’Anac, l’esclusione non era giustificata da motivazioni valide e si configurava come una reazione ingiustificata alla denuncia presentata dal lavoratore.
L ‘ANAC ha rivelato abuso della graduatoria e la mancanza di motivazione
L’istruttoria condotta dall’Anac ha rivelato che la dirigente scolastica aveva utilizzato una graduatoria di istituto non aggiornata e predisposta per altre finalità, nella quale il dipendente segnalante non risultava incluso. Tale scelta è stata giudicata arbitraria, in quanto il dipendente aveva i requisiti necessari per ottenere l’incarico, ma era stato escluso senza alcuna motivazione plausibile.
L’Anac ha sottolineato che, se fosse stata seguita la procedura corretta, il dipendente avrebbe avuto la priorità rispetto al candidato scelto dalla dirigente, secondo i criteri stabiliti dalla contrattazione integrativa nazionale e dalla regolamentazione regionale. La decisione di adottare una graduatoria non aggiornata e il mancato ricorso alla graduatoria provinciale, dove il dipendente risultava idoneo, sono stati visti come chiari segnali di una reazione punitiva nei suoi confronti.
Il verdetto dell’Anac: ritorsioni ingiustificate
L’Anac ha definito il comportamento della dirigente come un abuso del potere discrezionale, riscontrando un “cattivo uso” delle procedure e confermando che la decisione di non assegnare l’incarico al dipendente si configurava come una ritorsione. Il “lieve intervallo temporale” tra la segnalazione del dipendente e l’adozione del decreto che lo escludeva dalla nomina è stato considerato un indice rilevante della natura punitiva della decisione.
Secondo l’Autorità, la dirigente non è riuscita a fornire motivazioni adeguate per giustificare l’esclusione, e l’unica causa apparente sembrava essere la segnalazione stessa. L’Anac ha quindi inflitto una sanzione pecuniaria di 5.000 euro, ribadendo l’importanza di tutelare i lavoratori che denunciano comportamenti illeciti.
Un precedente per la protezione dei “whistleblower”
La vicenda rappresenta un importante passo verso una maggiore protezione dei lavoratori che decidono di denunciare irregolarità, segnando un precedente nella gestione dei casi di whistleblowing nel settore pubblico. L’Anac, con questa decisione, ha riaffermato l’importanza di garantire che chi denuncia atti di corruzione o comportamenti scorretti non venga punito, ma protetto da eventuali ritorsioni.
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