L’Istituto Marie Curie di Ponticelli, Napoli, introduce metal detector e controlli antidroga per prevenire l’ingresso di armi e sostanze stupefacenti, portando in Italia misure di sicurezza già diffuse negli Stati Uniti.
Controlli quotidiani per studenti: la nuova normalità a scuola
Ogni mattina, studenti e studentesse dell’Istituto tecnico-tecnologico Marie Curie affrontano il controllo di zaini e giubbotti attraverso il metal detector. La dirigente scolastica, supportata dal plauso dei genitori, ritiene che queste misure siano essenziali per garantire un ambiente scolastico sicuro e protetto.
Sicurezza scolastica: l’esempio degli Stati Uniti
Negli USA, il ricorso a metal detector e agenti di sicurezza specializzati è ormai una prassi consolidata. A New York, per esempio, le scuole di alcune aree sono sorvegliate quotidianamente, con studenti che attraversano i controlli ogni mattina in numeri paragonabili a quelli di un aeroporto internazionale.
In alcuni istituti, gli agenti modificano a sorpresa il loro itinerario per monitorare efficacemente l’eventuale presenza di armi nelle scuole. Si è arrivati persino a introdurre zaini trasparenti e, in casi estremi, a consigliare l’uso di giubbotti antiproiettile.
Un’immagine controversa
Vedere studenti attraversare un metal detector o essere perquisiti da un agente in divisa non è certamente edificante. La scuola dovrebbe essere un luogo sicuro e accogliente, dove si coltiva la conoscenza e si sviluppano i valori della vita. Tuttavia, la realtà di ragazzi che portano coltelli o pistole nello zaino spinge a misure drastiche.
Un fenomeno che nessuno si aspettava in Italia
Fino a pochi anni fa, l’idea che nelle scuole italiane potessero servire metal detector sembrava improbabile, sia per la difficoltà di reperire armi, sia per una tradizione educativa più rigida. Tuttavia, l’evoluzione sociale e l’influenza di modelli culturali negativi hanno portato a questo punto.
La deriva educativa e il ruolo della società
Oltre a discutere sull’autorevolezza degli insegnanti e sulla permissività dei genitori, si punta il dito anche contro la televisione-spazzatura e i suoi modelli poco educativi. Gli sponsor, che conoscono bene le tendenze giovanili, alimentano indirettamente una cultura in cui alcuni ragazzi considerano normale andare in giro armati.
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