Un recente sondaggio condotto dal portale Indeed su mille lavoratori italiani ha evidenziato come gli incrementi degli stipendi siano il principale fattore in grado di spingere le persone, soprattutto i più giovani, a cambiare lavoro o addirittura a trasferirsi (anche all’Estero). Circa il 45% degli intervistati si considera sottopagato, con il 10% che sottolinea uno scarto significativo tra il proprio compenso e le aspettative. Per molti, la necessità di rendersi indipendenti dalla famiglia rappresenta una motivazione aggiuntiva, in un contesto economico in cui il costo della vita continua a crescere.
Il ruolo della famiglia nel bilancio familiare
In Italia, il sostegno economico della famiglia resta centrale per un lavoratore su tre. Secondo l’indagine, il 62% dello stipendio medio viene assorbito dalle spese essenziali, lasciando molti lavoratori costretti a chiedere un aiuto ai familiari per arrivare a fine mese. Questa dipendenza è particolarmente evidente tra i più giovani: nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni, il 58% dichiara di ricevere supporto economico dalla propria famiglia, percentuale che diminuisce al 33% tra i 35-44 anni e al 28% per chi ha tra i 45 e i 55 anni. Gianluca Bonacchi, senior talent strategy advisor di Indeed, sottolinea come la percezione di essere sottopagati, combinata con il crescente costo della vita, renda sempre più urgente per i lavoratori cercare migliori opportunità retributive.
Giovani pronti a trasferirsi, anche all’estero
La volontà di migliorare le proprie condizioni economiche si riflette nella disponibilità dei lavoratori a trasferirsi per un nuovo impiego. Il 58% degli intervistati si dice pronto a spostarsi in Italia, mentre il 44% valuta anche l’ipotesi di lavorare all’estero. Tra i più giovani (18-24 anni), questa propensione è particolarmente alta: il 61% sarebbe disposto a emigrare pur di guadagnare di più. La fascia di età tra i 25 e i 34 anni, invece, registra la percentuale più alta di persone pronte a trasferirsi in altre zone d’Italia (66%). Questo trend evidenzia l’urgenza per le aziende italiane di ripensare le proprie politiche retributive per trattenere i talenti e rimanere competitive.
Adeguare gli stipendi al costo reale della vita: una sfida per gli Enti pubblici e le aziende italiane
Per le imprese italiane, queste statistiche rappresentano un chiaro segnale d’allarme. Come osserva Bonacchi, attrarre e trattenere i talenti richiede non solo un’attenzione alla cultura aziendale, al benessere dei dipendenti e alle opportunità di crescita professionale, ma anche un adeguamento delle retribuzioni in linea con il costo della vita e le competenze richieste. Offrire salari competitivi è fondamentale per garantire motivazione, produttività e fidelizzazione, rappresentando un investimento strategico per il successo a lungo termine. Sebbene altri fattori, come la sicurezza lavorativa e l’equilibrio tra vita privata e professionale, rimangano importanti, lo stipendio resta l’elemento cruciale per assicurare la soddisfazione e l’impegno dei lavoratori.
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