Nella mattina di oggi 28 Dicembre 2024, il Senato della Repubblica ha approvato con 112 voti favorevoli, 67 contrari e 1 sola astensione la Legge di Bilancio 2025. Nonostante l’importanza strategica di settori come la scuola e la sanità, durante i dibattiti parlamentari la parola “scuola” è stata completamente ignorata dagli esponenti di Governo, lasciando all’opposizione il compito di sollevare le criticità legate al sistema educativo nazionale. Ecco le critiche di Carlo Calenda (Azione).
Calenda: “Tempo pieno nelle scuole? Ma il Ministro è impegnato con le querele”
Il leader di Azione, Carlo Calenda, è stato tra i più critici nei confronti del Governo: “Questo è il Paese con il più alto tasso di analfabetismo funzionale in Europa. Non si sa cosa si voglia fare sulla scuola. Si potrebbe pensare al tempo pieno, almeno nelle aree a forte disagio sociale, ma non si può fare perché il Ministro Valditara è troppo impegnato a querelare gente”. Queste le parole di Calenda, che evidenziano un problema sistemico della scuola italiana, aggravato dalla mancanza di interventi strutturali nella manovra di bilancio appena approvata.
Opposizione: critiche al taglio dei fondi per la scuola pubblica
Diverse voci dell’opposizione hanno sollevato preoccupazioni sul definanziamento della scuola pubblica:
- Peppe De Cristofaro (Alleanza Verdi e Sinistra): “Non si muove un dito per affrontare la crisi della scuola pubblica e del sistema sanitario nazionale, che dovrebbero essere i pilastri della Repubblica. Invece, ci sono 50 milioni destinati alle scuole private”.
- Stefano Patuanelli (Movimento 5 Stelle) ha parlato di un vero e proprio “sfascio della scuola pubblica”, sottolineando il disinteresse del Governo verso il diritto all’istruzione.
- Francesco Boccia (Partito Democratico): “Non affrontate la grave crisi demografica che ha portato l’Italia a perdere 2 milioni di cittadini dal 2014 ad oggi. Privatizzate tutto: scuola, sanità, università, welfare e trasporti”.
Legge di Bilancio: priorità lontane dall’istruzione
Tra le misure approvate nel testo definitivo della manovra, restano quelle già anticipate durante il passaggio alla Camera, che includono gli incrementi salariali marginali per il personale scolastico; i tagli all’organico docente e ATA; 50 milioni di euro per le scuole private, una misura che ha suscitato critiche trasversali. La Manovre 2025 e il governo sono stati accusati di non affrontare le vere emergenze del Paese, come il calo demografico, la dispersione scolastica e la carenza di risorse per la scuola pubblica.
Problemi irrisolti per l’istruzione, ma tutti a casa per le vacanze: si torna tra gli scranni il prossimo 8 Gennaio
Con l’approvazione della legge di bilancio, il Parlamento si ferma fino all’8 gennaio 2025. Tuttavia, la scuola si troverà ad affrontare gli stessi problemi di sempre, tra cui:
- La necessità di potenziare il tempo pieno nelle scuole, specialmente nelle aree disagiate.
- Il recupero del potere d’acquisto del personale scolastico, duramente colpito dall’inflazione.
- L’urgenza di ridurre la dispersione scolastica e migliorare l’inclusività del sistema educativo.
L’assenza di un piano chiaro per affrontare queste sfide continua a generare preoccupazione tra i lavoratori del settore, le famiglie e l’opposizione politica, che promette di mantenere alta l’attenzione sulle questioni legate all’istruzione nel nuovo anno.
Il testo della Legge di Bilancio 2025
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