mercoledì, 5 Febbraio 2025
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Studente fuoricorso, il padre non è obbligato a pagare la retta: la sentenza della Cassazione fa discutere

La Corte di Cassazione ha stabilito che un padre non è obbligato a pagare le tasse universitarie del proprio figlio studente fuoricorso da diversi anni.

La Corte di Cassazione ha stabilito che un padre non è obbligato a continuare a pagare le tasse universitarie del proprio figlio studente fuoricorso da diversi anni. La decisione è stata presa nell’ambito di un ricorso presentato dal ragazzo e dalla madre, che contestavano il mancato rispetto degli obblighi economici stabiliti in sede di divorzio. Il caso ha fatto emergere questioni rilevanti sul rapporto tra genitori e figli adulti, soprattutto in situazioni in cui i figli non dimostrano impegno concreto nel completare il percorso di studi.

I dettagli del caso dello studente fuoricorso

Il giovane, iscritto all’università dal 2009, non aveva ancora conseguito la laurea triennale, nonostante fossero trascorsi oltre sette anni dal termine standard previsto per il completamento del corso. Secondo quanto riportato dal Messaggero, il padre aveva versato regolarmente il mantenimento ordinario, pari a 600 euro mensili, e aveva contribuito al pagamento del 70% delle spese straordinarie, incluse le tasse universitarie, fino al 2017. Tuttavia, a partire da quell’anno, il ragazzo aveva smesso di sostenere esami e aveva abbandonato il percorso di laurea in giurisprudenza.

La sorella del giovane, invece, era riuscita a completare gli studi, dimostrando una situazione opposta. I tribunali di primo e secondo grado avevano già sottolineato che il padre aveva adempiuto ai propri obblighi fino al 2017, giustificando così la sua decisione di non continuare a sostenere economicamente il figlio nel pagamento delle tasse universitarie.

La motivazione della Corte di Cassazione: ‘inerzia colpevole’ per lo studente fuoricorso

La Cassazione ha definito il comportamento del giovane come una situazione di “inerzia colpevole”, attribuendo il mancato completamento degli studi alla sua mancanza di impegno. Secondo i giudici, il genitore non può essere tenuto a pagare in eterno per un percorso di studi che non porta risultati concreti.

Nella sentenza si legge: «Gli ostacoli personali al raggiungimento dell’autosufficienza economico-reddituale, in una fase di vita da qualificarsi pienamente adulta sotto il profilo anagrafico, devono venire puntualmente allegati e provati, se collocati all’interno di un percorso di vita caratterizzato da mancanza d’iniziativa e d’impegno verso un obiettivo prescelto». La Corte ha sottolineato che il pagamento delle tasse universitarie non può avere una durata illimitata, soprattutto se non vi è un progresso tangibile.

Le implicazioni della sentenza su futuri casi simili

La sentenza rappresenta un importante precedente giuridico, chiarendo che il sostegno economico dei genitori verso i figli adulti non può essere garantito indefinitamente, soprattutto in assenza di un impegno concreto. La decisione riflette un equilibrio tra il dovere dei genitori di sostenere i figli e la responsabilità dei figli stessi nel perseguire con serietà i propri obiettivi.

Questa pronuncia potrebbe influenzare e fare giurisprudenza nei futuri casi simili, in cui i genitori si trovano a contestare il mantenimento per figli adulti che non dimostrano progressi verso l’autonomia economica.

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