Il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, in un’intervista rilasciata al Manifesto denuncia con preoccupazione i tagli al finanziamento pubblico che mettono in difficoltà l’ateneo e l’intero sistema universitario italiano. Con una riduzione di 16,5 milioni di euro sul fondo di finanziamento ordinario (FFO) e l’assenza di risorse per adeguare gli stipendi all’inflazione, il 2025 si prospetta un anno complicato per una delle più antiche e prestigiose università italiane.
Università di Pisa: tagli e conseguenze per l’ateneo
I tagli al fondo di finanziamento ordinario rappresentano una perdita significativa per il bilancio dell’Università di Pisa, storicamente sostenuto proprio da queste risorse. Il rettore Zucchi annuncia che sarà inevitabile adottare “scelte non facili”, tra cui l’aumento delle tasse universitarie, con l’impegno di contenere gli effetti sui redditi più bassi. Inoltre, la possibilità di ridurre le assunzioni diventa un’ipotesi concreta, nonostante gli sforzi per evitarlo. Secondo Zucchi, la situazione attuale non è un problema imputabile a un singolo governo, ma il risultato di una cronica mancanza di finanziamenti rispetto agli standard europei. Questo deficit strutturale rischia di aggravare la già fragile condizione del sistema universitario italiano.
L’impatto dei nuovi tagli in LdB e la fuga dei giovani ricercatori
La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente con i nuovi tagli previsti dalla Legge di Bilancio, che potrebbero sottrarre altri 702 milioni di euro all’università e alla ricerca nei prossimi tre anni. Zucchi si dice pessimista: “Il clima politico generale non sembra recepire il pesante impatto di questi interventi”. La mancanza di risorse non solo mina la qualità della formazione e della ricerca, ma incentiva la fuga dei giovani ricercatori all’estero. Le retribuzioni italiane per i dottorati e le specializzazioni sono significativamente più basse rispetto a quelle offerte in Francia, Germania o Stati Uniti, mentre le prospettive di stabilizzazione rimangono scarse. Questa situazione, definita dal rettore come un “suicidio per la ricerca e per la società italiana”, evidenzia l’urgenza di un intervento strutturale per garantire condizioni lavorative e retributive più competitive, contrastando il precariato dilagante.
Precarietà, futuro incerto del PNRR e boom di Università Telematiche
Con la fine del PNRR prevista tra un anno e mezzo, migliaia di borsisti e contrattisti precari rischiano di rimanere senza prospettive. La mancata pianificazione di un percorso per assorbirli nel sistema universitario accentua ulteriormente il problema della precarietà, già aggravato dalle recenti proposte legislative sul pre-ruolo, che sembrano estendere il periodo di incertezza lavorativa. A questa situazione si aggiunge la preoccupazione per il boom delle università telematiche, che rischiano di compromettere l’interazione tra docenti e studenti, elemento centrale della formazione universitaria. Zucchi sottolinea l’importanza di preservare il carattere pubblico dell’università e di garantire regole di accreditamento uniformi per tutte le istituzioni accademiche.
Il Rettore dell’Università di Pisa lancia un appello alla politica e alla società
Di fronte a una situazione sempre più complessa, Zucchi lancia un appello alla classe politica e alla società civile per sensibilizzare sull’importanza di un finanziamento adeguato a università e ricerca. “Se i tagli alle risorse persistono, sarà dura”, avverte, sottolineando la necessità di rispondere con serietà ai bisogni della comunità accademica. Il tema sarà al centro dell’incontro previsto domani all’Università per Stranieri di Siena, organizzato dalla rete delle 122 società scientifiche italiane. L’evento, che vedrà la partecipazione di esperti e rappresentanti del mondo accademico e sindacale, affronterà i temi legati al finanziamento pubblico, alla precarietà e al futuro della ricerca in Italia. Una diretta online sarà disponibile sul sito ufficiale dell’Università per Stranieri di Siena.
Diretta online su: http://live.unistrasi.it
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