giovedì, 12 Dicembre 2024
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INDIRE, polemiche sulla gestione della specializzazione per il sostegno, FLC CGIL: ‘E’ un ente autonomo’

Le polemiche circa le dichiarazioni del ministro Valditara sul ruolo di INDIRE nelle prossime procedure di specializzazione degli insegnanti di sostegno.

Le recenti dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante la trasmissione televisiva “In altre parole” su La7, hanno sollevato un acceso dibattito sulla gestione della formazione dei docenti di sostegno e sull’autonomia di INDIRE. Il ministro ha affermato che l’ente di ricerca dipendente dal Ministero è stato incaricato per la prima volta di specializzare i docenti precari di sostegno, suscitando critiche da parte di sindacati e lavoratori del settore.

Cosa ha dichiarato sull’INDIRE il Ministro Valditara

Il Ministro ha sostenuto che la responsabilità della mancata stabilizzazione di molti docenti precari di sostegno sia riconducibile alle università, accusate di non aver specializzato adeguatamente i candidati. Secondo Valditara, INDIRE sarebbe stato incaricato per la prima volta di occuparsi di questo compito, presentando l’ente come uno strumento diretto del Ministero per sopperire alle mancanze del sistema accademico.

Questa visione ha subito trovato opposizione, soprattutto in relazione al ruolo e all’autonomia di INDIRE, regolati dal Decreto Legislativo 25 novembre 2016, n. 218. Tale normativa garantisce agli enti di ricerca pubblici autonomia statutaria e gestionale, limitando l’intervento ministeriale ai soli obiettivi strategici generali e al controllo di legittimità.

Le critiche dei sindacati e dei lavoratori nei confronti dell’autonomia di INDIRE

La FLC CGIL ha contestato la dichiarazione del ministro, evidenziando come l’incarico assegnato a INDIRE per la specializzazione al sostegno non trovi fondamento nella programmazione della ricerca nazionale né nei piani dell’ente. L’accusa riguarda anche il mancato rispetto dell’autonomia di INDIRE, con un commissariamento che, secondo i sindacati, avrebbe imposto modifiche statutarie per adattare l’ente a compiti non previsti.

I lavoratori precari del sostegno hanno espresso il loro disappunto in un comunicato: “Abbiamo affrontato anni di formazione rigorosa e costosa per ottenere un titolo richiesto dallo Stato, con la promessa di una stabilizzazione mai arrivata. Ora si propongono percorsi semplificati, rischiando di escludere chi ha già acquisito le qualifiche”. Questo riferimento si collega a una presunta riduzione dei crediti formativi per i nuovi percorsi di specializzazione affidati a INDIRE, percepiti come una scorciatoia che mina il valore della formazione precedente.

Il problema del precariato e la gestione di INDIRE

Il sindacato denuncia da tempo le difficili condizioni lavorative all’interno di INDIRE, sottolineando la presenza di precariato, l’assenza di valorizzazione del personale e impegni disattesi che hanno portato a un continuo esodo di lavoratori qualificati. La nomina di un commissario straordinario, Francesco Verbaro, ha ulteriormente alimentato le critiche, poiché non sarebbero stati avviati confronti con le organizzazioni sindacali né con il personale.

La FLC CGIL ha ribadito la necessità di rispetto per INDIRE come ente autonomo e per la verità dei fatti, accusando il ministro di distorcere le informazioni per giustificare scelte controverse, già oggetto di polemiche in altri ambiti, come la filiera tecnico-professionale e il tema delle retribuzioni.

Autonomia degli enti pubblici di ricerca e gestione della formazione dei docenti

Il caso INDIRE pone l’accento su questioni centrali come l’autonomia degli enti pubblici di ricerca e la gestione della formazione dei docenti, temi che coinvolgono direttamente migliaia di lavoratori e il futuro del sistema scolastico italiano. L’assegnazione di nuovi compiti all’ente e la semplificazione dei percorsi di specializzazione devono essere valutati alla luce delle normative vigenti, garantendo trasparenza e rispetto per tutte le parti coinvolte. La vicenda evidenzia inoltre la necessità di una pianificazione strategica condivisa e di un maggiore coinvolgimento delle istituzioni accademiche e dei sindacati.

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