Il fenomeno del lavoro gratuito dei docenti, celato dietro le numerose attività extracurricolari e le uscite didattiche, è un problema più diffuso di quanto si creda. In particolare, le richieste di accompagnare gli studenti durante le visite guidate, anche nei giorni festivi, sono diventate una prassi consolidata in molte scuole.
Questa situazione, oltre a ledere la dignità professionale degli insegnanti, crea un precedente pericoloso che rischia di svalutare il lavoro docente.
Un danno per la professione e per gli studenti
L’abitudine di chiedere ai docenti di svolgere compiti aggiuntivi senza un adeguato compenso non solo danneggia la loro immagine professionale, ma incide negativamente anche sulla qualità dell’insegnamento. Gli insegnanti, infatti, si trovano a dover conciliare un carico di lavoro sempre più pesante con le richieste provenienti dalle famiglie e dalle istituzioni scolastiche.
Questo sovraccarico può portare a un aumento dello stress, a una diminuzione della motivazione e, di conseguenza, a una riduzione della qualità delle lezioni. Inoltre, l’assenza di un riconoscimento economico per le attività extracurricolari può scoraggiare i giovani a intraprendere la carriera docente.
Le pressioni e le giustificazioni
Le pressioni sui docenti per svolgere attività gratuite sono spesso accompagnate da giustificazioni che rasentano il ricatto. Si parla di necessità di aumentare le iscrizioni, di garantire un’offerta formativa più ricca o di favorire l’integrazione degli studenti.
Tuttavia, queste motivazioni non possono giustificare la richiesta di lavorare oltre l’orario contrattuale senza un adeguato compenso.
È necessario un cambio di rotta
Per porre fine a questa pratica scorretta è necessario un cambio di rotta radicale. In primo luogo, è fondamentale che i docenti si facciano sentire, rifiutando categoricamente di svolgere attività gratuite.
In secondo luogo, le istituzioni scolastiche e le amministrazioni locali devono garantire che il lavoro degli insegnanti sia adeguatamente retribuito e valorizzato. Infine, è indispensabile un intervento normativo che tuteli i diritti dei docenti e prevenga il ricorso a pratiche lavorative sleali.
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