domenica, 22 Dicembre 2024
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Scuole occupate: spazi di protesta e democrazia studentesca

Le occupazioni scolastiche tornano per rivendicare spazi, diritti e protestare contro riforme, disuguaglianze e problemi strutturali delle scuole italiane

Le occupazioni nelle scuole superiori italiane tornano al centro del dibattito. Gli studenti rivendicano il diritto di riappropriarsi degli spazi scolastici, opponendosi alle riforme del governo Meloni, come il Decreto Sicurezza e la riforma del voto in condotta. “Vogliamo dimostrare il nostro dissenso contro un sistema scolastico che privilegia il merito senza combattere le disuguaglianze”, afferma uno studente romano. Il movimento critica anche l’alternanza scuola-lavoro e le riforme degli istituti tecnici, accusate di formare manodopera invece di menti critiche.

Dirigenti scolastici divisi sulle occupazioni

Le occupazioni, definite “atti deprecabili” dall’Associazione Nazionale Presidi (ANP), sollevano polemiche. Secondo l’ANP, impediscono il diritto allo studio e causano danni agli edifici scolastici. Tuttavia, alcuni dirigenti sposano una visione diversa, promuovendo la cogestione e il dialogo. “Abbiamo accolto le richieste degli studenti, riconoscendo la loro esigenza di partecipare attivamente alla vita scolastica”, dichiara un preside.

Temi di protesta: dalle scuole alla politica internazionale

Le richieste degli studenti non si limitano al contesto scolastico. Il sostegno al popolo palestinese e la condanna delle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele emergono tra i temi di protesta. Assemblee, conferenze e corsi mirano a sensibilizzare sui problemi globali e locali. “Abbiamo scritto un documento con richieste che includono un piano per ristrutturare l’edificio scolastico e ripristinare la settimana dello studente”, racconta un giovane napoletano.

La riforma del voto in condotta e il timore della bocciatura

La riforma del voto in condotta, voluta dal ministro Valditara, alimenta il dibattito. Nonostante il rischio di una bocciatura, molti studenti continuano a lottare per le loro idee. “Abbiamo deciso di occupare per parlare di problemi concreti, come il freddo nelle aule e le infiltrazioni d’acqua”, spiega uno studente.

Secondo la Rete degli Studenti Medi, la scuola dovrebbe favorire la cittadinanza attiva e l’educazione alla democrazia. “Negare la partecipazione studentesca significa minare il senso di comunità”, sottolineano i rappresentanti del sindacato.

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