Sciopero Generale del 29 Novembre: perchè la CISL non partecipa, smarcandosi dalla CGIL e dalla UIL?

Allo sciopero generale del prossimo 29 Novembre non partecipa la CISL. Perchè avviene questa frattura tra i principali sindacati italiani? Scopriamo i motivi

sciopero generale
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L’annuncio dello sciopero generale del prossimo 29 Novembre vede una nuova frattura tra i principali sindacati italiani: CGIL, CISL e UIL. Mentre CGIL e UIL hanno confermato la loro adesione, la CISL ha deciso di non partecipare, rimanendo fedele alla sua storica vocazione contrattualista. Questa divisione riflette i cambiamenti nel contesto politico e sindacale, con un ritorno a una posizione bipolare e un’accentuata distanza tra i tre sindacati confederali, simile a quanto accadde negli anni Ottanta.

La frattura tra CGIL e CISL: le radici storiche sulle tracce della ‘scala mobile’

Negli anni Settanta, la triade sindacale CGIL-CISL-UIL formò un’alleanza compatta che esercitava un’influenza significativa sulla politica italiana. Tuttavia, questa unione si spezzò nel 1984, quando CISL e UIL non si opposero al blocco della scala mobile imposto dal governo Craxi, mentre la CGIL appoggiò le proteste spontanee nelle fabbriche, sostenute dal Partito Comunista Italiano (PCI). Da allora, la collaborazione tra i sindacati ha conosciuto alti e bassi, con periodi di unità, come durante le proteste contro le politiche di contenimento della spesa pubblica negli anni 2000, o la riforma della scuola del 2015 (legge 107/2015, “Buona Scuola”), che vide i tre sindacati uniti in uno dei più grandi scioperi del personale scolastico.

Il contesto politico attuale e il ritorno delle divisioni

Oggi il quadro politico si è polarizzato con un centro-destra a guida Giorgia Meloni e un centro-sinistra che ha visto il fallimento del polo centrista, spostandosi più a sinistra. In questo nuovo contesto, la CGIL di Landini sembra orientata verso una linea più radicale, richiamando alla “rivolta sociale”, mentre la CISL rimane ancorata alla sua tradizione contrattualista. La UIL, invece, ha scelto di sostenere la CGIL in questo sciopero, creando una frattura significativa con la CISL, che ha deciso di non aderire. Questa divisione rievoca gli anni Ottanta, quando l’unità sindacale si sfaldò di fronte a divergenze politiche e ideologiche.

Quale sarà l’esito dello sciopero generale?

Il successo o il fallimento dello sciopero generale del 29 novembre potrebbe avere conseguenze importanti sulle dinamiche sindacali future. Se lo sciopero dovesse ottenere un’adesione massiccia, la CGIL potrebbe consolidare la sua influenza sulla linea politica dell’opposizione e spingere verso una maggiore radicalizzazione nelle rivendicazioni sindacali. Al contrario, un eventuale insuccesso rafforzerebbe la posizione della CISL, che promuove un approccio di dialogo e contrattazione, ponendo la sua visione contrattualista come alternativa principale. In entrambi i casi, il futuro della rappresentanza sindacale italiana e il rapporto tra CGIL, CISL e UIL potrebbero subire ulteriori cambiamenti, con ricadute significative sulle politiche del lavoro in Italia.

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