Tagli degli organici per la Scuola, Zangrillo: ‘scelta dettata dal calo demografico’

Molte polemiche per i paventati tagli degli organici a scuola previsi nella bozza della Legge di Bilancio 2025 che si appresta ad essere discussa in Parlamento

Il Senato
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La bozza della legge di bilancio 2025 ha sollevato numerose critiche e preoccupazioni per i tagli previsti agli organici della scuola. L’articolo 110, in particolare, ha acceso il dibattito, prevedendo una riduzione significativa dei posti disponibili, coinvolgendo ben 5.660 posti per i docenti e 2.174 posti per il personale ATA (Amministrativi, Tecnici e Ausiliari) a partire dall’anno scolastico 2025/2026. Questa operazione è parte di un programma più ampio di riduzione del personale nel settore del pubblico impiego, che interessa diversi ministeri.

I tagli degli organici previsti nella Relazione tecnica che accompagna la bozza della Legge di Bilancio

Secondo la relazione tecnica allegata alla legge di bilancio, i tagli agli organici della scuola sono inquadrati in un contesto di ridimensionamento generale degli impieghi pubblici. La norma prevede che, dall’anno scolastico 2025/2026, l’organico dell’autonomia delle istituzioni scolastiche venga ridotto. La relazione specifica che i posti dei docenti dell’autonomia, regolamentati dall’art. 16-ter del D.lgs. n. 59/2017, subiranno un taglio complessivo di 5.660 unità.

Anche il personale ATA non è esente da questa riduzione. La relazione prevede, infatti, che con un decreto del Ministro dell’Istruzione e del Merito, in concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, saranno rivisti i criteri per definire l’organico del personale amministrativo e tecnico. Entro il 15 febbraio 2025, dovrà essere definita la riduzione di 2.174 posti ATA, a partire dal 2025/2026.

Le giustificazioni del Governo: l’argomento del calo demografico

Il Ministro della Funzione Pubblica Paolo Zangrillo ha fornito una spiegazione alla scelta di tagliare gli organici scolastici. Il Ministro ha dichiarato che il provvedimento trova giustificazione nel costante calo demografico degli ultimi anni. Di fatto, la diminuzione degli studenti ha portato a una riduzione della domanda di personale scolastico, e questa scelta sarebbe finalizzata a mantenere l’efficienza del sistema scolastico in base al numero di iscritti.

Secondo il governo, l’impatto delle riduzioni dovrebbe quindi essere limitato, riflettendo una necessità di adeguamento alle nuove dinamiche demografiche. Tuttavia, questa visione non è condivisa da tutte le parti interessate. Sindacati e associazioni hanno espresso forti preoccupazioni riguardo alla qualità dell’insegnamento e alla gestione interna delle scuole.

Saranno possibili modifiche durante i lavori parlamentari

Va sottolineato che, al momento, i tagli agli organici previsti sono inclusi nella bozza della legge di bilancio 2025, ma il testo potrebbe subire delle modifiche durante i lavori parlamentari. La relazione tecnica prevede inoltre che le riduzioni possano essere rimodulate con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (su proposta del Ministro dell’Istruzione e del Merito), garantendo in ogni caso l’invarianza finanziaria.

Questa possibilità di rimodulazione lascia aperta la porta a eventuali aggiustamenti, in base alle necessità organizzative e finanziarie. Tuttavia, per ora il messaggio che arriva da parte del governo è chiaro: le riduzioni degli organici sono considerate una risposta necessaria al calo del numero di studenti e a un’ottimizzazione dell’impiego di risorse pubbliche.

I tagli degli organici compromettono la qualità dell’insegnamento

I tagli agli organici della scuola previsti dalla legge di bilancio 2025 hanno sollevato preoccupazioni tra gli operatori del settore, che temono un ulteriore deterioramento della qualità dell’insegnamento e delle condizioni di lavoro del personale scolastico. Anche se il governo giustifica la scelta con l’argomento del calo demografico, rimane aperta la questione dell’efficienza e dell’efficacia delle istituzioni scolastiche nel fornire un’istruzione di qualità.

Con i prossimi sviluppi legislativi, sarà importante monitorare se e come queste riduzioni saranno rimodulate, alla luce delle proteste e delle esigenze del mondo della scuola. La possibilità di modifiche durante i lavori parlamentari offre un margine di speranza per un compromesso, ma resta da vedere se questo sarà sufficiente per soddisfare le richieste di docenti, personale ATA e sindacati.

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