Stipendi PA, vietati gli aumenti individuali: occorre una contrattazione collettiva, lo ribadisce la Cassazione

Gli aumenti degli stipendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione possono avere corso solo attraverso la contrattazione e la stipula di un contratto collettivo

Rinnovo Contratto
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Aumento degli Stipendi PA solo da contratto collettivo – La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21520 del 6 giugno scorso, ha ribadito un orientamento consolidato: i lavoratori del settore pubblico non possono ricevere aumenti salariali individuali, noti come “superminimi”.

La norma di riferimento è l’articolo 45 del decreto legislativo n. 165 del 2001, che vieta trattamenti economici migliorativi o peggiorativi rispetto a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva.

Gli aumenti stipendiali senza contrattazione collettiva sono nulli

La Suprema Corte ha sottolineato che gli unici incrementi stipendiali consentiti per i dipendenti pubblici sono quelli previsti dalla contrattazione collettiva nazionale e integrativa.

Qualsiasi altra forma di aumento individuale è considerata nulla e, di conseguenza, la Pubblica Amministrazione è obbligata a recuperare le somme indebitamente corrisposte.

Aumento degli stipendi solo da contratto collettivo: l’applicazione della norma estesa a tutti i pubblici dipendenti

Il caso esaminato dai giudici riguardava il personale del comparto sanità, ma il principio stabilito si applica indistintamente a tutti i dipendenti pubblici.

Negli anni scorsi, la Cassazione aveva già emesso sentenze simili, chiarendo in modo inequivocabile questa impostazione.

Il ruolo centrale della Contrattazione Collettiva

Con questa pronuncia, la Corte di Cassazione ha confermato l’assoluta prevalenza dei contratti collettivi come unico strumento per definire gli stipendi e gli scatti di anzianità nel pubblico impiego.

Questo rafforza il ruolo centrale della contrattazione collettiva nella determinazione di livelli retributivi uniformi per tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione.

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