Detrazioni fiscali per i figli: come recuperare fino a 1.000 euro dall’Irpef

Detrazioni fiscali spese scolastiche
Detrazioni fiscali spese scolastiche

Con le detrazioni fiscali è possibile recuperare nel 730, dall’Irpef già versata, 1.000 euro per ogni figlio. La stagione dichiarativa è iniziata da diverse settimane, poiché i modelli precompilati sono disponibili dallo scorso 30 aprile e possono essere inviati e modificati dal 20 maggio 2024.

Chi desiderava ricevere l’eventuale rimborso rapidamente ha già presentato la propria dichiarazione, ma gran parte dei contribuenti deve ancora farlo e molti aspetteranno fino a quando si avvicinerà la scadenza del 30 settembre.

Detrazioni fiscali per i figli a carico: spese sostenute e diritto al rimborso

Nella maggioranza dei casi, le spese sostenute nel corso del 2023 per se stessi e per i familiari a carico permettono di ridurre le imposte dovute e già versate, dando diritto al rimborso. Le detrazioni relative alle spese effettuate per i figli incidono significativamente, poiché offrono sconti importanti sull’Irpef per una serie di costi che vanno dall’istruzione al divertimento.

Per quanto riguarda le spese di istruzione, dall’asilo nido all’Università, le spese sostenute per il percorso scolastico dei figli si possono detrarre nella dichiarazione dei redditi. A queste si aggiungono le spese mediche, quelle sportive, quelle per l’abbonamento dell’autobus e anche quelle per l’affitto per eventuali studenti fuori sede. Le detrazioni per i figli permettono di risparmiare sull’Irpef fino a 1.000 euro per ogni figlio.

Cosa bisogna sapere sulle detrazioni fiscali

Le detrazioni fiscali spettano per tutti i figli, anche quelli che non convivono con i genitori, purché risultino fiscalmente a carico. Per essere considerati a carico dei genitori, i figli devono avere un reddito che non supera i 4.000 euro se hanno un’età non superiore ai 24 anni, o i 2.840,51 euro se hanno un’età superiore ai 24 anni.

Per i figli a carico, è possibile portare in detrazione le spese mediche e sanitarie. La detrazione riconosciuta è pari al 19% della spesa sostenuta oltre la franchigia di 129,11 euro.

Guida pratica alle detrazioni per spese mediche, istruzione e attività sportive

Vi rientrano gli scontrini per l’acquisto di farmaci e dispositivi medici, visite specialistiche, analisi cliniche o di laboratorio, ecc. Per calcolare la detrazione spettante, si devono sommare tutte le spese mediche sostenute, sottrarre la franchigia e poi calcolare il 19% della somma spesa.

Nelle spese di istruzione rientra tutto il ciclo scolastico dei figli, dall’asilo nido all’Università. La detrazione spettante varia in base al grado di scuola. Per l’asilo nido, la detrazione è pari al 19% su un importo massimo annuo di 632 euro per figlio. Per la scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria, la detrazione è pari al 19% per una spesa massima di 800 euro per ogni figlio.

In queste spese rientrano eventuali spese di mensa scolastica, gite, pre e post scuola, e rette di frequenza in caso di scuole paritarie o private. Per gli studenti che studiano fuori sede, è consentita una detrazione sull’affitto del 19% su un importo massimo di 2.633 euro. Per quanto riguarda l’Università, la detrazione varia in base alla facoltà e alla zona d’Italia in cui si vive.

E’ possibile portare in detrazione le spese per l’attività sportiva per ragazzi tra i 5 e i 18 anni. La detrazione è pari al 19% per un importo massimo di 210 euro per ogni figlio e spetta per intero solo per un reddito complessivo fino a 120.000 euro.

Per i figli a carico spetta anche la detrazione dell’abbonamento dei trasporti pubblici locali: la detrazione spettante è del 19% per una spesa massima di 250 euro totali, indipendentemente dal numero dei figli o di coloro che sono titolari di abbonamento.

Quando e come presentare la dichiarazione dei redditi per ottenere il massimo rimborso

Gran parte dei contribuenti tende a rinviare questa operazione fino a quando la scadenza si avvicina, ovvero il 30 settembre 2024. Presentare la dichiarazione con anticipo permette di accelerare il processo di eventuali rimborsi e ridurre il rischio di dimenticare la scadenza, che potrebbe comportare sanzioni.

Ecco i passaggi principali per presentare correttamente la dichiarazione dei redditi e ottenere il massimo rimborso possibile:

  1. Accesso al modello precompilato: Collegati al portale dell’Agenzia delle Entrate e accedi alla tua area riservata utilizzando le credenziali SPID, CIE, o CNS.
  2. Verifica dei dati precompilati: Controlla attentamente i dati inseriti automaticamente dall’Agenzia delle Entrate, come redditi da lavoro dipendente, pensioni, spese sanitarie, interessi passivi su mutui, premi assicurativi, contributi previdenziali e assistenziali, contributi versati per i lavoratori domestici, e bonifici per interventi di ristrutturazione edilizia e risparmio energetico.
  3. Aggiunta di eventuali detrazioni e deduzioni: Inserisci le informazioni mancanti, specialmente quelle relative alle spese sostenute nel 2023 che danno diritto a detrazioni importanti sull’Irpef. Tra queste ci sono le spese mediche, spese di istruzione, spese per attività sportive dei figli, e spese per abbonamenti ai trasporti pubblici.
  4. Calcolo delle detrazioni: Per calcolare l’ammontare delle detrazioni, somma tutte le spese sostenute, sottrai eventuali franchigie e applica la percentuale di detrazione spettante. Ad esempio, per le spese mediche la detrazione è pari al 19% della spesa sostenuta oltre una franchigia di 129,11 euro.
  5. Conferma e invio: Una volta completata la revisione e l’inserimento dei dati, verifica che tutto sia corretto. Se non ci sono errori, conferma e invia la dichiarazione. Ricorda di conservare tutta la documentazione relativa alle spese detraibili per almeno cinque anni, in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
  6. Ricezione del rimborso: Se dalla dichiarazione risulta un credito d’imposta, l’Agenzia delle Entrate provvederà a erogare il rimborso direttamente sul conto corrente indicato. Solitamente, il rimborso viene accreditato entro pochi mesi dall’invio della dichiarazione.

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