giovedì, Settembre 19, 2024
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Stipendi bassi e classi pollaio: la rivolta dei 105 insegnanti

Un accorato appello da un gruppo di docenti sui fondi PNRR: neanche un euro per le classi pollaio e per l'aumento degli stipendi

L’appello dei docenti: i fondi PNRR potevano essere destinati per risolvere il problema degli stipendi bassi e per eliminare le classi pollaio. “Per difendere e rilanciare la professione insegnante e il futuro dei giovani, stop alla scuola-progettificio, tutti i soldi vadano a una scuola che sia davvero di cultura e conoscenza”.

Questo è il messaggio contenuto nella lettera-appello di 105 docenti di istituti scolastici di ventitré città italiane, recentemente incontratisi a Torino, come riportato da La Repubblica.

Critiche sulla destinazione dei fondi PNRR per la scuola: ‘potevano aumentarsi gli stipendi ed eliminare le classi pollaio’

Gli insegnanti denunciano che, nonostante i fondi significativi ricevuti dalle scuole negli ultimi anni, questi non sono stati utilizzati per ridurre il numero degli alunni per classe, aumentare gli stipendi dei docenti – tra i più bassi d’Europa – stabilizzare i precari, o migliorare la sicurezza degli edifici scolastici.

Solo per il PNRR, un singolo istituto comprensivo può aver ricevuto più di 500.000 euro, con la possibilità di superare il milione considerando altri fondi come i PON.

Impatto negativo dei progetti e degli esperti esterni: dov’è finita la qualità dell’istruzione?

Secondo gli insegnanti, si è creato un grande mercato di agenzie, formatori, strumenti tecnologici ed esperti esterni che ha frammentato l’insegnamento e burocratizzato il sistema scolastico.

Questo porta a una formazione a spot, priva di coerenza e di un quadro d’insieme, che compromette la qualità dell’istruzione.

I docenti, appassionati del loro lavoro e delle materie che insegnano, si trovano sempre più intralciati da meccanismi burocratici e sostituiti da esperti esterni, portando alla frammentazione delle classi.

Progetti che erano complementari al percorso didattico sono diventati problematici, riducendo il tempo per insegnare e minando le basi fondamentali dell’istruzione, come la lettura, la scrittura, la storia, la geografia, e le scienze.

Le critiche della scuola alla visione del ministro Valditara: sbagliate le scelte sugli investimenti dei fondi PNRR

Gli insegnanti criticano l’approccio dell’attuale ministro, Giuseppe Valditara, che pone l’individuo al centro della scuola, vedendo in ciò una scuola che prepara i ragazzi alle esigenze immediate del mercato del lavoro, ma che potrebbe tradire queste aspettative in breve tempo.

La scuola, secondo loro, dovrebbe fornire a tutti gli strumenti per l’emancipazione, come previsto dall’articolo 3 della Costituzione, ma attualmente sembra negare questi strumenti.

Negli ultimi giorni, si è discusso del ritardo nell’erogazione dei fondi PNRR per la scuola. Il Ministro Valditara, nel suo intervento al Senato, ha evidenziato che rispetto ai 17,59 miliardi previsti, sono stati erogati oltre 3,8 miliardi (21,6%), con ulteriori 609 milioni in liquidazione nel 2024, portando la percentuale al 24,4%. Ha sottolineato che il Ministero ha raggiunto tutti gli obiettivi e i target previsti dal PNRR, con le 36 riforme attuate tramite decreti in meno di un anno e tutte le procedure di reclutamento dei docenti avviate nei tempi stabiliti.

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