Ogni lavoratore può consultare il proprio contratto collettivo per verificare l’ammontare dell’incremento, dato che il valore della maggiorazione varia a seconda del settore lavorativo. È importante ricordare che la legge stabilisce una retribuzione maggiorata per il lavoro festivo, ma la definizione precisa degli importi spetta alle contrattazioni specifiche di ogni settore.
Molti dipendenti si chiedono se un’azienda possa obbligare a lavorare nei giorni festivi come il 1° novembre. La risposta è affermativa, purché il contratto collettivo lo preveda. Secondo la sentenza della Cassazione n. 29907/2021, il lavoratore accetta l’obbligo di lavoro anche nei giorni festivi firmando un contratto che include questa previsione.
Lo stesso vale nel caso in cui il contratto individuale preveda il lavoro durante le festività (sentenza n. 27948/2017 della Cassazione). In questi casi, il dipendente non può rifiutarsi di lavorare. Tuttavia, i contratti collettivi stabiliscono regole chiare e accordi specifici per il lavoro nei festivi, garantendo una retribuzione maggiorata.
Dato che il 1° novembre cade di venerdì, i lavoratori interessati a un ponte lungo possono chiedere ferie o permessi per il 2 novembre. Molte scuole e uffici resteranno chiusi, offrendo così un’occasione per godersi quattro giorni di pausa con solo un giorno di ferie aggiuntivo. Coloro che lavorano dal lunedì al venerdì possono beneficiare di questo ponte richiedendo un solo giorno, mentre chi lavora anche il sabato potrebbe aver bisogno di richiedere permessi per il sabato.
Tra ferie e permessi, si consiglia di scegliere le ferie per esigenze di questo tipo, mentre i permessi per riduzione di orario (ROL) possono essere un’altra opzione, entrambi retribuiti al 100%. Tuttavia, non è possibile richiedere permessi speciali come quelli previsti dalla legge 104/1992, destinati all’assistenza di familiari disabili, per fare ponte o godere di giorni di vacanza.